Differenze tra le versioni di "Kingston Tazergun"

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La '''Kingston Tazergun''' è una '''pistola elettrica non letale''' prodotta dalla marca di attrezzatura paramilitare per forze dell'ordine [[Kingston]], con sede nell'isola di '''Jamaica''', nei [[Caraibi]].
 
La '''Kingston Tazergun''' è una '''pistola elettrica non letale''' prodotta dalla marca di attrezzatura paramilitare per forze dell'ordine [[Kingston]], con sede nell'isola di '''Jamaica''', nei [[Caraibi]].
  
Leggera ma leggermente ingombrante, la '''Tazergun''' non è una pistola tradizionale, in quanto non utilizza proiettili, ma emana da quattro piccoli emettitori sulla "canna" delle scariche elettriche ad alto voltaggio, che colpendo il soggetto, lo immobilizzano immediatamente contraendone i muscoli con rapide pulsazioni elettriche. L'arma, in dotazione alla polizia caraibica e a molte altre forze dell'ordine in giro per il mondo, si ricarica con una semplice batteria elettrica (in giallo, nella schematica qui a destra), ed è assolutamente '''non-letale'''.
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Leggera ma leggermente ingombrante, la '''Tazergun''' non è una pistola tradizionale, in quanto non utilizza proiettili, ma emana da quattro piccoli emettitori sulla "canna" delle scariche elettriche ad alto voltaggio, che colpendo il soggetto, lo immobilizzano immediatamente contraendone i muscoli con rapide pulsazioni elettriche. L'arma, in dotazione alla polizia caraibica e a molte altre forze dell'ordine in giro per il mondo, si ricarica con una semplice batteria elettrica (in giallo, nella schematica qui a destra), ed è assolutamente '''non-letale'''. E' anche possibile munire l'arma di un mirino digitale, per migliorarne la precisione.
  
 
Come altri taser del passato però, la '''Tazergun''' può rischiare di provocare arresti cardiaci o danni da shock elettrico anche gravi, per quanto questo rischio sia naturalmente molto inferiore a quello di altre pistole simili, ma di qualità inferiore o tecnologicamente inferiori. Certo è, che la scarica elettrica della '''Tazergun''' è potente abbastanza da danneggiare seriamente qualunque impianto cibernetico dovesse incontrare, e quindi è consigliabile '''non''' usarla su persone con protesi cibernetiche o pacemaker, per evitare di danneggiare irrimediabilmente apparecchiature molto costose o, a volte, di importanza vitale.  
 
Come altri taser del passato però, la '''Tazergun''' può rischiare di provocare arresti cardiaci o danni da shock elettrico anche gravi, per quanto questo rischio sia naturalmente molto inferiore a quello di altre pistole simili, ma di qualità inferiore o tecnologicamente inferiori. Certo è, che la scarica elettrica della '''Tazergun''' è potente abbastanza da danneggiare seriamente qualunque impianto cibernetico dovesse incontrare, e quindi è consigliabile '''non''' usarla su persone con protesi cibernetiche o pacemaker, per evitare di danneggiare irrimediabilmente apparecchiature molto costose o, a volte, di importanza vitale.  
  
Il vero vantaggio della '''Tazergun''' rispetto ad altri taser è comunque l'assenza di proiettili e il suo essere '''wireless''', anche se le scariche elettriche non hanno un raggio enorme (al massimo 30 metri) e quindi costringa l'utilizzatore ad una certa vicinanza col soggetto. Va anche fatto notare che essere colpiti da una "scarica" è estremamente doloroso, e che quindi la maggior parte delle forze dell'ordine degli stati membri dell'[[Alleanza delle Nazioni]] abbiano regole molto dure sull'utilizzo di queste armi, considerate da molti, veri e propri "strumenti di tortura" (o almeno armi con la potenzialità di diventarlo).
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Il vero vantaggio della '''Tazergun''' rispetto ad altri taser è comunque l'assenza di proiettili e il suo essere '''wireless''', anche se le scariche elettriche non hanno un raggio enorme (al massimo 30 metri) e quindi costringa l'utilizzatore ad una certa vicinanza con il bersaglio. Va anche fatto notare che essere colpiti da una "scarica" è estremamente doloroso, e che quindi la maggior parte delle forze dell'ordine degli stati membri dell'[[Alleanza delle Nazioni]] abbiano regole molto dure sull'utilizzo di queste armi, considerate da molti, veri e propri "strumenti di tortura" (o almeno armi con la potenzialità di diventarlo).
  
  

Versione attuale delle 00:02, 9 ago 2017

La Kingston Tazergun da diverse angolazioni

La Kingston Tazergun è una pistola elettrica non letale prodotta dalla marca di attrezzatura paramilitare per forze dell'ordine Kingston, con sede nell'isola di Jamaica, nei Caraibi.

Leggera ma leggermente ingombrante, la Tazergun non è una pistola tradizionale, in quanto non utilizza proiettili, ma emana da quattro piccoli emettitori sulla "canna" delle scariche elettriche ad alto voltaggio, che colpendo il soggetto, lo immobilizzano immediatamente contraendone i muscoli con rapide pulsazioni elettriche. L'arma, in dotazione alla polizia caraibica e a molte altre forze dell'ordine in giro per il mondo, si ricarica con una semplice batteria elettrica (in giallo, nella schematica qui a destra), ed è assolutamente non-letale. E' anche possibile munire l'arma di un mirino digitale, per migliorarne la precisione.

Come altri taser del passato però, la Tazergun può rischiare di provocare arresti cardiaci o danni da shock elettrico anche gravi, per quanto questo rischio sia naturalmente molto inferiore a quello di altre pistole simili, ma di qualità inferiore o tecnologicamente inferiori. Certo è, che la scarica elettrica della Tazergun è potente abbastanza da danneggiare seriamente qualunque impianto cibernetico dovesse incontrare, e quindi è consigliabile non usarla su persone con protesi cibernetiche o pacemaker, per evitare di danneggiare irrimediabilmente apparecchiature molto costose o, a volte, di importanza vitale.

Il vero vantaggio della Tazergun rispetto ad altri taser è comunque l'assenza di proiettili e il suo essere wireless, anche se le scariche elettriche non hanno un raggio enorme (al massimo 30 metri) e quindi costringa l'utilizzatore ad una certa vicinanza con il bersaglio. Va anche fatto notare che essere colpiti da una "scarica" è estremamente doloroso, e che quindi la maggior parte delle forze dell'ordine degli stati membri dell'Alleanza delle Nazioni abbiano regole molto dure sull'utilizzo di queste armi, considerate da molti, veri e propri "strumenti di tortura" (o almeno armi con la potenzialità di diventarlo).